NEOKASTRON (Nicastro - Lametia Terme)

Dopo la riconquista bizantina (fine del IX secolo d.C.) di diversi territori in precedenza strappati dai Longobardi, la Calabria continuò ad essere preda di razzie eseguite continuamente dai Saraceni, così si cercò di riorganizzare la difesa di tutto il territorio calabrese (Thema).

Perciò, sulle alture collinari e pedemontane alle spalle della linea costiera si iniziò a costruire fortilizi e/o castelli con borghi, comunicanti fra loro, insomma si trattò di rifondazioni in massa di antichi centri costieri.

In questo post narrerò la storia di un centro emblema in questo contesto.

PREAMBOLO: Il territorio retrostante alla piana di Santa Eufemia ha caratteristiche orografiche simili alle zone di Rossano, Nicotera, Stilo e Gerace.., ovvero con la presenza di alture alle spalle della costa, dove era possibile rifondare una fortezza con centro abitato.

La sintesi di questi parametri orografici consentivano già di avere un primo supporto di difesa, così tra il IX-X secolo d.C. per accogliere una guarnigione militare e presidiare il territorio dalla costa fino all’entroterra istmico lametino, nascerà Nicastro (Neokastron). 


Notiamo dalla figura geografica sotto, la collocazione del centro sulle pendici collinari a dominio della piana sottostante e della linea costiera, ma anche dei passaggi terrestri più interni insistenti nell'istmo tra il Golfo di S. Eufemia e il golfo di Squillace.
NOTA - questo lembo di terra è collocato in una zona geografica di passaggi obbligati e tale veniva frequentato e percorso già in epoca antica, per il suo ruolo di congiunzione tra il sud ed il nord della Regione.
Perciò la città essendo posta in un importante snodo viario tra i vari territori calabresi, fu considerata da sempre città fondamentale.

Il termine Neokastron nel periodo di abbarbicamento bizantino (IX-X secolo), definisce un borgo di fondazione ex novo coadiuvato da apparati di fortificazioni.

 Posizione di Nicastro


Nicastro vista dall'alto - all'apice del borgo antico si notano i ruderi del castello normanno-svevo XI/XIII secolo d.C., edificato su una precedente fortezza bizantina.
(foto di Valentino De Gennaro)

 dalle alture che circondano Nicastro/S. Eufemia si ha questa visualizzazione, comprendente tutta la piana e ampio tratto di costa.


L'area lametina tra il VII e la fine del IX secolo d.C. si trovava nei pressi del limes bizantino-longobardo, ma al giorno d'oggi di fortezze o monumenti bizantini nel comune di Lametia T. e in tutta piana di Santa Eufemia si ha poco o niente. Fanno capolino solo qualche resto di planimetrie di chiese e ruderi di monasteri.
Di chiese annoveriamo quella di Santo Ermia in località Zinnavo, invece nel vicino comune di Curinga insiste qualche presenza monastica relativa ai monaci greco-ortodossi, come il cenobio di San'Andrea e Sant'Elia (fig.2).

resti del cenobio Sant'Elia a Curinga IX-X secolo d.C.


Nel confinante comune a nord di Lametia Terme,  precisamente a Nocera Terinese c'è il pianoro Piano della Tirena, antropizzato assiduamente già dal V-IV secolo a.C. dato che alcuni studiosi la indicano come sede della greca Temesa (?), poi frequentato nel periodo Imperiale grazie al rinvenimento di resti di una villa romana rinvenuta per opera dall'archeologo trentino Paolo Orsi.
Nel tardo antico per la sua formidabile posizione fu una postazione di controllo territoriale per fini strategici, per cui Bizantini e Longobardi si contesero aspramente il detto sito.
Nell'alto medioevo venne fortificato con una cinta muraria fatta di massi e pietrame di varia dimensione e rinforzata da torri, il suo ruolo era quello di controllare un tratto della costa lametina e i passaggi interni che attraversavano le valli, soprattutto quelle che conducevano a Cosenza.

Questo altipiano che si erge alla foce del Savuto, controlla un importante incrocio della via Popilia con la litoranea, orograficamente è un sito naturalmente protetto da un affluente e anche dalla ripidezza dei suoi pendii.

Per la sua forza strategica fu scelto dai Bizantini nel contesto delle guerre greco-gotiche (535-553 d.C.) per collocare un reparto militare. Alcuni decenni dopo il conflitto fu creato un grande recinto dove lasciare una guarnigione di soldati per presidiare il territorio intorno, diventando anche punto di riferimento e protezione per i villaggi aperti (senza mura di cinta) intorno.

Per chiudere la parabola del suo utilizzo, all'interno delle sue mura dopo la riconquista bizantina alla fine del IX secolo, vide l'edificazione di una chiesa.

Veduta aerea Piano della Tirena, il suo aspetto richiama una ampia terrazza dal quale si aveva una vista a 360 gradi del territorio intorno.
 (fotografia Nucleo Patrimonio culturale di Cosenza)


NOTA: I brebion, ovvero documento amministrativo bizantino ci informa che nei pressi di Lametia T. vi erano due importanti monasteri territoriali:
dei Quaranta Martiri e di San Costantino (C.da S. Sidero) chiamato anche dei "Palazzi" a sottolineare la grandiosità della fabbrica, del detto monastero agli inizi del 1900 parla anche il famoso archeologo trentino Paolo Orsi con queste parole: "....di grandi rovine in laterizi di età romana ed alto medievale".

I due monasteri al giorno d'oggi si presentano allo stato di rudere.


Arch. Giuseppe Lombardo

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