FORTIFICAZIONI BIZANTINE


Cari lettori, in questo post facciamo una ricognizione di fortificazioni edificate sul territorio calabrese da parte dei Bizantini (VI-X secolo d.C.):


CONTESTO INSEDIATIVO PROTOBIZANTINO - Fra Tardo Antico e Alto Medioevo (V/VI secolo d.C.) si assiste al passaggio della città di tipo "classico" al castrum altomedievale.

INFARINATURA STORICA - Nel 536 d.C. Belisario con le sue truppe bizantine dalla Sicilia sbarca a Reggio Calabria, la città si presenta priva di mura e di fortificazioni di altro genere che assicurassero protezione e difesa ai suoi abitanti, così riuscirono a conquistarla ai Goti senza sforzi.
Nel contesto delle guerre greco-gotiche il Generale Belisario portò accanto a se il cronista e storico Procopio, nel quale raccontò i fatti delle operazioni bizantine di guerra attuate per scacciare i Goti dal territorio italiano, infine egli menzionò anche i punti geografici dove tali gesta avvenivano.
Ad esempio arrivato a Reggio, Procopio nelle sue cronache narra di una città non fortificata da molto tempo prima, per cui i reggini di quel tempo nutrivano un risentimento d'odio verso i Goti per averli privati di una adeguata protezione e sicurezza.


Analoga situazione di Reggio si presentò a Crotone, tanto che il cronista e storico Procopio nelle sue cronache militari palesemente scrive: "i Bizantini intendono per città un agglomerato circondato da mura, dove si crea una comunità tra abitanti, funzionari statali e soldati".





Quindi una volta presa Reggio e Crotone si diresse ancora più a nord fino a Rossano, dove nelle vicinanze si trovava un phourion (fortezza) di origine greco-romana in cui i Bizantini dopo averla ripristinata trovarono un ottimo appostamento e poterono affrontare un cruento scontro con i Goti comandati da Totila, che sconfissero con successo.


mura perimetrali del phourion nei pressi di Rossano e precisamente Paludi

NOTA: Della fase delle guerre greco-gotiche e dei secoli vicini (VI-VIII secolo d.C.) materialmente non possediamo fortificazioni, a parte una piccola porzione di mura urbiche a Crotone e un castrum bizantino di Santa Maria del mare, quest'ultimo edificato nel VII secolo d.C. nei pressi dell'antica Scolacium.
Si tratta di una città fortificata che accoglieva un grosso contingente militare, circondata da una cerchia di mura intervallate da torri a pianta a U tipiche bizantine (figure sotto).


Conclusioni: in questi secoli (VI-VIII secolo) si tendeva ad raggruppare la popolazione cingendo la città da poderosa mura. 


Crotone - mura bizantine VI secolo d.C., si tratta di grossi conci in calcarenite di forma parallelepipeda provenienti dalle vecchie mura greche (IV secolo a.C.), quindi si tratta di un riuso. 


Squillace - resti castrum Santa Maria del mare del VII secolo d.C.
(Foto Antonio Froio)


IRROMPONO I LONGOBARDI -  Alla fine del VI secolo d.C. i Longobardi strappano la parte nord della Calabria ai bizantini, perciò questi ultimi creano una serie di fortezze all'interno comunicanti fra loro, formando una linea ideale che tagliava la regione da una parte all'altra.
Questa linea è detta LIMES bizantino-longobardo, che andava dalla rocca bizantina di Amantea a quella di Rossano (figura sotto).



LIMES a destra Amantea e a sinistra Rossano

rocca di Piano della Tirena:
da questa terrazza naturale i Bizantini dopo le guerre greco-gotiche crearono un grande recinto murario dove controllavano un ampio tratto di costa tirrenica e alcuni tratti stradali fondamentali, che serpeggiavano sulla linea costiera e si diramavano verso l'interno regionale. 


....Fra L'VIII e IX secolo la Calabria bizantina conobbe la furia dei Saraceni, che dal mare arrivavano e devastavano assiduamente i centri costieri, infatti in poco tempo questo popolo bellicoso riuscì a sottomettere alcune delle più importanti città, tra queste Amantea, Tropea, Santa Severina e Squillace.
In questi centri crearono degli Emirati attrezzandoli di flotte militari, utili a devastare altri centri e terre vicine (fig.1).

fig.1 - i punti in arancione la Posizione delle città sottomesse dagli Arabi


ULTIMI SECOLI BIZANTINI - Dopo la Riconquista bizantina (886 d.C.) della Calabria del nord e di altri lembi territoriali nel meridione d'Italia ai Longobardi e la cacciata definitiva dei Saraceni, i Bizantini continuarono a incrementare la difesa di queste provincie sfruttando l'orografia territoriale.
I Saraceni razziavano costantemente gli antichi centri costieri, per cui sotto l'impulso dell'Imperatore bizantino Basilio I il Macedone si avviò la fase di arroccamento dei centri rivieraschi, vale a dire rifondarli su alture collinari e pedemontane per incrementare il controllo militare. 

L'abbarbicamento su alture di per se veniva considerato già un sistema di difesa di tipo "passivo", ovvero luoghi difficili da raggiungere in caso di attacco da nemici che arrivavano dal mare, poi per potenziare la loro sicurezza venivano coadiuvati da recinti murari o molto spesso in legno collocati intorno al perimetro degli agglomerati abitativi.
All'apice delle alture s'impostava la torre e/o il palacium dove viveva il funzionario con i soldati, in Calabria l'unico esempio arrivato ai giorni nostri è il castello di Simeri Crichi (figura sotto).


resti castello bizantino fine X secolo d.C. a Simeri Crichi (Cz)
(foto da Aeropix.it)


I nuovi insediamenti quindi potevano essere raggiunti solo da percorsi tortuosi e difficili da praticare, infine le colline dove si asserragliavano a volte erano tagliate da strapiombi, legate da nodi istmici montuosi interni, perciò non visibili dal mare, ma che essi facilmente controllavano (figura sotto).


Esempio di arroccamento su alture pedemontane, si nota la morfologia del terreno fatto di strapiombi.
In questo caso viene rappresentato ORIOLO.

Nota: Questi fattori orografici, insieme al poco o niente mantenimento della viabilità interna, resero quasi nulli gli scambi commerciali con altri territori regionali e quindi si innescò per queste aree una diffusa povertà.

I kastra, con le loro difese naturali e costruite diventano unità urbane e sedi del potere amministrativo e vescovile; il resto del territorio nelle zone più interne era costellato da Koria, ovvero piccoli villaggi aperti (senza mura di cinta) in zone di colonizzazione agraria.
I koria (villaggi privi di mura) in caso di protezione per i loro abitanti erano ubicati vicino a importanti Kastra, la protezione veniva garantita anche da recinti-rifugio (kastellion), come il precedente citato Santo Aniceto (figure sotto), insieme ad altri simili vicini nel basso medioevo si qualificheranno come motte (S. Agata, Calanna..).


posizione centro-rifugio Santo Aniceto (IX-X secolo d.C.) nato per controllare il territorio ad est di Reggio Calabria - in rosso Reggio Calabria e in blu Santo Aniceto

centro-rifugio Santo Aniceto, sito nel territorio agricolo alle spalle di Reggio Calabria - IX-X secolo d.C., a destra si nota la porta d'entrata posta fra due torri a pianta quadrata.
Il sito ha il più completo circuito murario arrivato ai giorni nostri. 
.

Nel nord della Calabria vicino a Morano Calabro troviamo il centro-rifugio del Sassòne (figura sotto), sito in posizione formidabile su una collina a 650 m di altezza, utile nel controllo di importanti vie di comunicazione tra la Campania, Basilicata e Calabria, già frequentato dal periodo antico.
Il sito fu poi frequentato assiduamente con l'abbandono di Thurium (VI secolo d.C.) e di altri centri della pianura di Sibari tra VI e inizi VII secolo d.C., poi occupato dai Longobardi e nel IX secolo fu fondamentale nella riconquista bizantina.
Per questo sito si notano ancora oggi i resti del perimetro murario di un chilometro e mezzo circa di lunghezza, lungo la cinta muraria vi era la presenza di torri, come ci fa sapere l'archeologo G. Roma all'interno vi sono planimetrie di luoghi di culto, datate tra X e inizi XI secolo d.C..
Infine, è da evidenziare che il sito archeologico divenne anche un monastero fortificato bizantino. 


Posizione centro-rifugio Sassòne


fig.2.1 - ricostruzione planimetria in 3D del circuito murario del Sassòne 
(immagine tratta da Ne.Mi Graphics)


fig. 2.2 - planimetria chiesetta bizantina con piccola abside X-XI secolo all'interno del recinto del Sàssone
(immagine tratta da isentieridelpollino.it)


Pianta piccola chiesetta bizantina del X-XI secolo d.C.
(immagine Ne.Mi Graphics)


CONCLUSIONI: Per il periodo IX-X secolo d.C. non abbiamo opere fortificatorie bizantine arrivate intere fino a noi.
Ai giorni nostri, ne fanno testimonianza maggiormente i nuovi centri fortificati (kastra) arroccati sulle alture e qualche recinto murario riferiti a centri-rifugio.


Arch. Giuseppe Lombardo

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