Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

NICOTERA e TROPEA tra Tardo Antico e Alto Medioevo

Immagine
Nei post precedenti vi ho accennato del tramonto delle antiche città del Bruzio (Calabria) iniziato tra il IV-V secolo d.C. e il conseguente trasferimento di alcune di esse in altri siti. In questo periodo intenso di cambiamenti politici, demografici e di invasioni di altri popoli, fanno capolino due centri che hanno avuto successo economico, demografico e sociale anche nei secoli di difficoltà: Nicotera e Tropea . Il territorio calabrese essendo in gran parte montuoso aveva un sistema viario terrestre poco efficiente - a parte la Via Popilia e altre strade sul litorale ionico - e in molti casi si preferiva il trasporto marittimo, per collegarsi più velocemente ad altre regioni del Mediterraneo. Perciò, grazie  alle strutture portuali alcun e città calabresi crebbero e prosperarono. Posizione - in blu Nicotera e in rosso Tropea , la linea continua in nero rappresenta la strada consolare  Via Popilia  tratteggiate e punteggiate altre antiche strade. Infarinatura storica - G

SAN FANTINO (il vecchio), PRIMO SANTO CALABRESE

Immagine
Cari lettori, vi porto a Taureanum antica città scomparsa di origine brettia  (fig.1) , ma che è ricordata per essere divenuta importante sotto il profilo economico-sociale soprattutto con i Romani, tanto da essere citata nella viabilità romana ( Itinerarium Antonini del IV secolo d.C.) come importante tappa collocata nell'ultimo spezzone della via Annia - Popilia . in blu posizione di Taureaum , la linea in nero è la grande Via romana Annia-Popilia La città è attestata anche dalla tavola Peutingeriana del XII secolo (copia di un'antica mappa stradale romana) su cui vengono elencate le principali  stationes e impianti termali posti sulla rete stradale. La detta mappa era volta a mercanti e ad altri viaggiatori in generale, perciò essendo tappa fondamentale Taureanum è tra queste (visibile nella figura sottostante). Tavola Peutingeriana XII secolo, ricalca una antica mappa romana Della sua esistenza a diocesi ci parla Papa Gregorio Magno  nel suo epistolario