SAN FANTINO (il vecchio), PRIMO SANTO CALABRESE
Cari lettori, vi porto a Taureanum antica città scomparsa di origine brettia (fig.1), ma che è ricordata per essere divenuta importante sotto il profilo economico-sociale soprattutto con i Romani, tanto da essere citata nella viabilità romana (Itinerarium Antonini del IV secolo d.C.) come importante tappa collocata nell'ultimo spezzone della via Annia-Popilia.
La città è attestata anche dalla tavola Peutingeriana del XII secolo (copia di un'antica mappa stradale romana) su cui vengono elencate le principali stationes e impianti termali posti sulla rete stradale.
La detta mappa era volta a mercanti e ad altri viaggiatori in generale, perciò essendo tappa fondamentale Taureanum è tra queste (visibile nella figura sottostante).
Della sua esistenza a diocesi ci parla Papa Gregorio Magno nel suo epistolario (raccolta di lettere) redatto nella seconda metà del VI secolo d.C., il Papa grazie alle sue lettere ci fornisce uno spaccato degli avvenimenti tra tardo antico e alto medioevo, ed è un documento di fondamentale importanza per la classifica delle città diocesane di tutta Italia.
La rete diocesana sicuramente in Calabria non si formò in un breve periodo, anche perché le comunità cristiane dovettero avere il tempo di organizzarsi e strutturarsi, e questo porta a pensare che sicuramente dovette essere completata prima dello scoppio delle guerre greco-gotiche (535-553 d.C.).
Taureanum oltre a Vibo, Scolacium, Thurium e Locri fu uno dei primi antichi centri a diventare sede vescovile (fig.1), in questo importante centro romano si trova la cripta di San Fantino, vissuto proprio qui tra il III ed il IV secolo d.C., il detto sito è considerato il più antico luogo di culto cristiano della Calabria.
Fig.1 - le prime città romane a divenire a partire dal IV secolo d.C. sedi vescovili.
in blu posizione di Taureaum, la linea in nero è la grande Via romana Annia-Popilia
La detta mappa era volta a mercanti e ad altri viaggiatori in generale, perciò essendo tappa fondamentale Taureanum è tra queste (visibile nella figura sottostante).
Tavola Peutingeriana XII secolo, ricalca una antica mappa romana
Della sua esistenza a diocesi ci parla Papa Gregorio Magno nel suo epistolario (raccolta di lettere) redatto nella seconda metà del VI secolo d.C., il Papa grazie alle sue lettere ci fornisce uno spaccato degli avvenimenti tra tardo antico e alto medioevo, ed è un documento di fondamentale importanza per la classifica delle città diocesane di tutta Italia.
La rete diocesana sicuramente in Calabria non si formò in un breve periodo, anche perché le comunità cristiane dovettero avere il tempo di organizzarsi e strutturarsi, e questo porta a pensare che sicuramente dovette essere completata prima dello scoppio delle guerre greco-gotiche (535-553 d.C.).
Taureanum oltre a Vibo, Scolacium, Thurium e Locri fu uno dei primi antichi centri a diventare sede vescovile (fig.1), in questo importante centro romano si trova la cripta di San Fantino, vissuto proprio qui tra il III ed il IV secolo d.C., il detto sito è considerato il più antico luogo di culto cristiano della Calabria.
Fig.1 - le prime città romane a divenire a partire dal IV secolo d.C. sedi vescovili.
La cripta di San Fantino fu creata subito dopo la morte del Santo nella prima metà del IV secolo d.C., il luogo scelto per conservare le spoglie del Santo è uno spazio architettonico riferito al ninfeo (per i romani era un luogo sacro collocato presso una sorgente d'acqua) di una villa romana del II secolo d.C., inizialmente i luoghi sacri della nuova religione erano ubicati in questi posti riferiti alla sacralità pagana o importanti luoghi di vita pubblica.
Molto probabilmente, il Cristianesimo penetrò nelle campagne a partire dal III secolo d.C. veicolato dalle famiglie senatorie e dai nobili che abitavano queste ville, infatti, la città si trovava immersa in un territorio fertile e ricco di ville rustiche.
Oltre che essere attraversata da una importante rete viaria era dotata anche di porto, questo la portò ad assurgere a importante statio tardo antica sulla via Popilia (fig.2) sono stati fattori che hanno permesso che il Verbo arrivasse e si propagasse in modo più diretto ed esplicito, sia per il territorio di Taureanum che per altre antiche città.
Altra ipotesi è che il sepolcro del Santo sia stato creato nel luogo in cui vi era una cisterna romana (?), su cui poi è nata nel VI secolo una basilica paleocristiana, quindi la cattedrale della città in cui intorno al IX secolo in strutture attigue risiedeva il vescovo ed il suo apparato amministrativo.
Infine, la basilica ed il complesso vescovile furono distrutti definitivamente insieme alla città nell'ultimo assedio saraceno del X secolo.
La struttura della cripta è coperta da una volta a botte e nelle mura laterali troviamo quattro archi ciechi per parte, attualmente si trova sotto ad una chiesetta a capanna edificata nella seconda metà dell'ottocento (figg.3).
Molto probabilmente, il Cristianesimo penetrò nelle campagne a partire dal III secolo d.C. veicolato dalle famiglie senatorie e dai nobili che abitavano queste ville, infatti, la città si trovava immersa in un territorio fertile e ricco di ville rustiche.
Oltre che essere attraversata da una importante rete viaria era dotata anche di porto, questo la portò ad assurgere a importante statio tardo antica sulla via Popilia (fig.2) sono stati fattori che hanno permesso che il Verbo arrivasse e si propagasse in modo più diretto ed esplicito, sia per il territorio di Taureanum che per altre antiche città.
fig.2 - breve tratto via Popilia che attraversava la città romana
fig.3 - altre rovine riferite alla cavea di un antico edificio per spettacoli
(immagine tratta da arcait.it)
l'antica città era adagiata su un pianoro affacciato sul mare ed aveva questa visuale, nell'età romana possedeva anche un porto mercantile adesso occupato da un piccolo porticciolo turistico. (foto da arcait.it)
(immagine tratta da arcait.it)
Infine, la basilica ed il complesso vescovile furono distrutti definitivamente insieme alla città nell'ultimo assedio saraceno del X secolo.
La struttura della cripta è coperta da una volta a botte e nelle mura laterali troviamo quattro archi ciechi per parte, attualmente si trova sotto ad una chiesetta a capanna edificata nella seconda metà dell'ottocento (figg.3).
fig.3.1 - cripta S. Fantino (foto FAI)
fig.3.2 - chiesetta ottocentesca di San Fantino edificata proprio sull'antica cripta
fig.3.2 - chiesetta ottocentesca di San Fantino edificata proprio sull'antica cripta
BREVE STORIA DEL SANTO
San Fantino il Vecchio (294-336 d.C.) è il primo santo calabrese finora attestato, fu un cavallaro (probabilmente per questo il nome) a servizio di un nobiles e possessores dell'ager di Taureanum con il nome Balsamio a cui gli dava manforte nella mietitura del grano, ai servigi lavorativi veniva coadiuvato dai cavalli.
Ricordiamo che le ville e le vaste proprietà nel territorio dell'antica città di Taureanum erano specializzate nell'allevamento di cavalli e nella produzione del grano, per cui l'importante centro era anche annoverato come polo della cerealicoltura.
Il Santo dedicava molto del suo tempo alla preghiera e all'aiuto del "prossimo", infatti gente malvagia del luogo istigava il potente Balsamio di punire Fantino perché si prodigava assiduamente verso i poveri.
Una notte il padrone lo seguì per capire se le dicerie su di lui erano vere, così accorgendosi davvero della sua benevolenza e carità fu preso dall'ira tanto da pensare di ucciderlo.
Il Santo dopo essere riuscito a fuggire dalla furia del padrone e grazie alle preghiere recitate con devozione in quei momenti, riuscì ad attraversare un fiume in piena facendolo aprire e consentendogli di dileguarsi, il padrone Balsamio vedendo il miracolo sotto i suoi occhi si pentì e perdonò Fantino.
Dott. Giuseppe Lombardo
San Fantino il Vecchio (294-336 d.C.) è il primo santo calabrese finora attestato, fu un cavallaro (probabilmente per questo il nome) a servizio di un nobiles e possessores dell'ager di Taureanum con il nome Balsamio a cui gli dava manforte nella mietitura del grano, ai servigi lavorativi veniva coadiuvato dai cavalli.
Ricordiamo che le ville e le vaste proprietà nel territorio dell'antica città di Taureanum erano specializzate nell'allevamento di cavalli e nella produzione del grano, per cui l'importante centro era anche annoverato come polo della cerealicoltura.
Il Santo dedicava molto del suo tempo alla preghiera e all'aiuto del "prossimo", infatti gente malvagia del luogo istigava il potente Balsamio di punire Fantino perché si prodigava assiduamente verso i poveri.
Una notte il padrone lo seguì per capire se le dicerie su di lui erano vere, così accorgendosi davvero della sua benevolenza e carità fu preso dall'ira tanto da pensare di ucciderlo.
Il Santo dopo essere riuscito a fuggire dalla furia del padrone e grazie alle preghiere recitate con devozione in quei momenti, riuscì ad attraversare un fiume in piena facendolo aprire e consentendogli di dileguarsi, il padrone Balsamio vedendo il miracolo sotto i suoi occhi si pentì e perdonò Fantino.
Dott. Giuseppe Lombardo
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