VIABILITA' nella CALABRIA tra Tardo antico e Medioevo (IV-XI secolo)

Cari lettori, con il seguente post narrerò l'evoluzione d'uso del sistema viario calabrese tra il tramonto dell'Impero Romano fino all'arrivo dei Normanni.

Ricordiamo che la Calabria sin dall'antichità era luogo di collegamento fra la Sicilia e Roma, con intersecazioni stradali tra Campania e Puglia, ma anche fra Calabria del nord e quella del sud.

PREAMBOLO
La Calabria è una regione protesa verso il nord Africa e grazie all'insistenza di diversi porti delle sue importanti città lo scambio e il commercio erano impetuosi, perciò fu considerata formidabile fulcro logistico di prodotti africani, soprattutto tra I e IV-V secolo d.C..

Nel tardo antico (III-IV secolo d.C.) il paesaggio della Calabria era costellato di ville produttive immerse soprattutto nelle longilinee e fertili pianure costiere della Regione, questo sistema di ville si trovava vicino ad importanti centri, a grandi arterie di collegamento costieri (pubblicae) e vicino ai rispettivi porti. Alcune di esse esistettero fino al VI secolo d.C. inoltrato.
Questa fu un'epoca dove sulle principali direttrici si creavano anche impianti termali (figg.1) e altri tipi di servizi, molto spesso gravitanti vicino alle mantiones/stationes, ovvero luoghi di sosta, pernottamento o sito per il cambio dei cavalli dedicati agli ufficiali dell'Impero o ancora posti di rifocillamento anche per gente comune.


punteggiato in rosso l'esistenza di ville produttive finora conosciute su tutto il territorio calabrese.

NOTA: La Calabria in questi secoli era ancora governata da un potere centrale (Roma), dove la cura della viabilità era la prassi principale per garantire scambi di merci e veloci collegamenti fra i diversi territori.
Possiamo affermare che, l'economia nell'ultimo frangente temporale dell'Impero Romano era ancora prospera e agevolata da questi comodi percorsi viari.


fig. 1.1 - posizione dei centri portuali nella tardo antichità direttamente ubicati lungo l'Annia Popilia: partendo da nord Temesa, Nicotera, Taureanum e Reggio Calabria

fig. 1.2 - esempio di edificio su una stationes romana lungo la strada, si trattava di un grande magazzino per lo stoccaggio delle merci.
(immagine tratta da Romano Impero)

fig.1.3 - ricostruzione di una grande villa tardo antica dal III al V secolo d.C.; le coperture in giallo sono gli ambienti relativi a spazi termali. (immagine tratta da basilicataturistica)

Ambiente di una lussuosa villa, detta del Naniglio con mosaico a motivi geometrici - area a nord di Locri con arco temporale della sua esistenza fra il I e V secolo d.C.

fig.1.2 - resti del grande complesso termale di Acconia/Curinga (Catanzaro), posto lungo l'importante percorso viario tra la costa ionica e la tirrenica detta via istmica  rappresentata nell'immagine della figura 2.

Nota: Sui grandi percorsi viari, quando i senatori/nobili/dominii locali nel IV secolo d.C. preferivano investire in campagna, capitava di incontrare complessi termali a volte facenti parte delle loro sontuose ville o ubicate vicino a mansiones (luoghi di sosta).
Proprio in questi luoghi passavano molto tempo dedicandosi alle attività che gravitavano intorno ai grandi latifondi, perciò concentravano il loro lavoro lontano dalla città.
Questa sofisticata tipologia architettonica era anche un luogo di sfoggio del lusso posseduto dal ricco signore, e ambiente dove imbastire contratti e rapporti con chi lo visitava.

I resti della struttura termale di Acconia già mostrata in figura sopra è posta su uno snodo viario (via istmica) che immetteva alla grande via costiera tirrenica Annia-Popilia.

Tramonto Impero Romano

Quando il potere centrale di Roma venne a mancare il sistema stradale calabrese non fu più curato, quindi con l'arrivo dei Barbari e soprattutto dopo le guerre greco-gotiche (metà VI secolo d.C.) iniziò a deteriorarsi, nel senso che la manutenzione ordinaria garantita dal precedente Impero romano cessò.
Anche la scomparsa o lo spostamento in altri siti di importanti centri costieri tra V e VI secolo d.C., fu un fatto ancor più determinante nella rovina del precedente sistema viario, questo fattore fu ancor più decisivo lungo la costa ionica.
Le altre strade praticate già in età antica (magnogreca o anche prima) furono anche la via istmica tra la città di Scolacium e Temesa, strada che dalla litoranea ionica raccordava alla grande via romana Annia-Popilia, essa fin dall'antropizzazione greca della Calabria era un fondamentale tratto di collegamento fra i diversi territori costieri calabresi.
La strada fu sempre utilizzata anche nel medioevo e per certi versi ancora oggi, in quanto la strada odierna ricalca la stessa direttrice (fig.2).


Le grandi arterie stradali: punteggiato in viola la grande via Annia-Popilia, punteggiato in nero è il percorso della strada romana lungo la costa ionica e in rosso la via istmica tra Scolacium e Temesa (collegamento tra Ionio e Tirreno).
In blu antichi centri sullo Ionio, che tra tardo antico e alto medioevo cambiarono sito: partendo da nord Thurium, Scolacium (in verde) e Locri.


Alto Medioevo
Goti e Bizantini nel contesto delle guerre greco-gotiche utilizzarono soprattutto la principale arteria Annia-Popilia per consentire un facile collegamento da un territorio all'altro tra Reggio Calabria e Capua, utile a spostare con velocità gli eserciti soprattutto nei diversi territori della Regione.
Con la fine della guerra greco-gotica non abbiamo conoscenze verbali o scritte del tipo di frequentazione che la percorreva, sappiamo che la litoranea della via Annia-Popilia che va da Amantea verso nord viene ricordata all'inizio del IX secolo d.C. quando la città era un Emirato con gli Arabi, che proprio essi la utilizzavano per praticare le incursioni ad altri centri costieri vicini.
La Consolare Annia-Popilia fu utilizzata anche nei secoli d'insicurezza, come dimostrano la manutenzione e ristrutturazione di antichi ponti o il rifacimento di tratti stradali.
La consolare Annia-Popilia fu percorsa alla fine del VI secolo d.C. anche dai Longobardi, spingendosi fino a Reggio e mettendo a ferro e fuoco la statio romana di Taureanum, dopo aver vagato e devastato alcuni territori nel 596 d.C. si ritirarono ed avviarono il controllo del nord della Calabria.
Il territorio calabrese governato dai Longobardi era in posizione geografica ben collegato ad altre regioni meridionali come Basilicata, Campania e Puglia, lasciando la parte centro meridionale della Regione bizantina "emarginata" nel contesto viario terrestre e basata su un'economia autonoma rimanevano prosperi solo le aree portuali di Reggio, Crotone, Nicotera, Tropea e Vibona anche per i secoli avvenire.

L'interruzione della viabilità interregionale ma anche tra differenti aree calabresi fu motivo di attriti tra i Longobardi e il Papato, perché alcuni beni come il legno della Sila e di altre zone montuose per raggiungere Roma (utilizzato per costruire o riparare chiese e basiliche) dovevano transitare dai territori longobardi.
I loro centri amministrativi Laino, Cassano, Malvito e Cosenza erano posti su alture e comunicanti fra loro su una linea interna, avvalendosi di percorsi territoriali più profondi evitando la linea costiera.
Fra VIII e fine IX secolo d.C. la viabilità si riorganizza, nel senso che molti antichi centri costieri vengono rifondati su siti strategici, utili al controllo in lontananza delle coste, delle valli sottostanti e della viabilità, perciò i percorsi viari precedenti non furono più praticati, si preferiva invece utilizzare i percorsi più interni.
A questo punto l'utilizzo della viabilità secondaria prese il sopravvento, fatta perlopiù di mulattiere di origine magno greca e altre strade tortuose.

Curiosità: La litoranea ionica che metteva in comunicazione Reggio e Taranto, viene attestata dal cronista e storico bizantino Procopio nel VI secolo durate le guerre greco-gotiche, poi ancora menzionata nel XII secolo come Magna strata o via Pubblica.


punteggiata in blu Via litoranea ionica detta Magna strata


Medioevo
Nel X secolo d.C. si intravedeva una certa rinascita economica, così i Bizantini ripristinarono e mantennero efficiente l'antica Annia-Popilia al pari di altre vie interne (P. Dalena), poi i Normanni nell'XI secolo la utilizzarono nuovamente per avviare la conquista, infatti, tutti i centri gravitanti sulla lunga strada furono dotati di possenti fortezze in muratura.
I Normanni arrivati a Nicastro (piana lametina) edificarono su una precedente fortezza bizantina un grosso maniero militare, fondamentale perché da lì controllavano un percorso viario strategico su diverse direzioni soprattutto verso la costa ionica, che gli consentirono di raggiungere e conquistare Squillace (figura sotto).


Via istmica tra Nicastro e Squillace


La via Annia Popilia fu utilizzata per tutto il VI secolo d.C. anche dai Pellegrini cristiani, ad esempio le genti calabresi la percorrevano per arrivare nella zona della bassa Campania, precisamente a Marcellianum dove si svolgeva una fiera dedicata a San Cipriano, posta in un ganglio stradale molto attivo in cui la Annia-Popilia si intersecava con la via Grumenturum e la Val d'Agri in Basilicata.
I pellegrini di Costantinopoli per andare a Roma sbarcavano a Crotone (porto più importante sulla parte ovest dell'impero bizantino), infatti la tappa era ancora documentata nel XII secolo, e da li si innestavano sulla grande via per raggiungere la capitale cristiana.
Il porto di Crotone nel XII secolo è annoverato dal Geografo arabo Edrisi, che per volere del re Normanno Ruggero II ebbe il compito di elencare e disegnare tutti i più importanti porti del Regno.

POSIZIONE CROTONE

PORTO DI CROTONE

immagine del porto di Crotone tratto da una cartografia di Edrisi - XII secolo

ALTRI SITI
Come ci informa lo storico/archeologo G. Roma l'accoglienza di viaggiatori e pellegrini sulle strade importanti in Calabria nel medioevo era ancora garantita, infatti Carlo d'Angiò nel 1270 -proveniente da Cosenza- si ferma due giorni nel Palatium Sancti Antonini de strada, nel luogo dove probabilmente nel Tardo Antico vi era la statio romana di Interamnia, la detta strada per chi proveniva da nord o da Cosenza immetteva nella piana di Sibari e da lì si biforcava a nord verso Taranto o a sud verso Crotone (figura sotto).


Tratto Via Annia Popilia (con innesti ad altre direzioni) fra Cosenza posta a sud e Palatium Sancti Antonini de strata a nord (nel tardo antico ci fu una statio romana chiamata Interamnia)


Un tratto molto importante al centro di importanti raccordi tra la Calabria del nord e quella del sud è il nodo stradale controllato dal  Piano della Tirena, un pianoro affacciato sulla costa tirrenica dove dalle sue alture fin dall'antichità era possibile controllare i più importanti passaggi viari terrestri.
Il pianoro controllava la strada costiera che andava verso nord, la via che conduceva all'interno verso la valle del Crati fino a Cosenza, infine la via che conduceva a sud verso la statio dell'Angitola a nord di Vibo Valentia.
Dal periodo Alto Medievale era un sito fortificato, infatti già dalle guerre greco-gotiche fu utilizzato a fini strategici territoriali e di controllo. Infine nell'ultima fase bizantina (IX-X secolo) sorse un monastero.

immagine Piano della TIRENA, guardate che formidabile posizione
(foto tratta da noceraterinese.it)

In rosso Piano della Tirena, in verde chiaro Cosenza e in verde scuro la statio dell'Angitola, dalla figura si notato diversi innesti tra vie, perciò è da sottolineare che l'area fu importante per il passaggio fra nord e sud Calabria di soldati, merci e pellegrini.


Nella parte meridionale della Calabria, in particolare a Locri e nell'area intorno tra VII e IX secolo d.C. non abbiamo notizie storiche di chi praticava le vie di comunicazione.
Ormai l'antica città di Locri e la zona costiera dal VII secolo d.C. furono definitivamente abbandonate, quindi dobbiamo aspettare il X secolo d.C. per iniziare a fare riferimento alla pratica dei percorsi medievali con le importanti città medievali di Gerace e Stilo, sul quale dalle loro alture controllavano le vie di penetrazione interne che dalla costa ionica raggiungevano la costa tirrenica. 


Gerace e Stilo: le due importanti città medievali erano collocate su strategiche alture a dominio della costa, ma soprattutto di percorsi viari che portavano alle zone interne della Calabria fino alla costa tirrenica.

Ad esempio, nella figura seguente viene illustrata la Valle dello Stilaro dominata dal centro di Stilo, su cui insistevano passaggi obbligati tra costa ionica e interno della Calabria.

VALLE DELLO STILARO

NOTA: Nel medioevo chiese e conventi posti su importanti direttrici, presero il posto delle antiche statio romane, soprattutto nell'accoglienza dei pellegrini.


Dott. Giuseppe Lombardo

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