NICOTERA e TROPEA tra Tardo Antico e Alto Medioevo
Nei post precedenti vi ho accennato del tramonto delle antiche città del Bruzio (Calabria) iniziato tra il IV-V secolo d.C. e il conseguente trasferimento di alcune di esse in altri siti.
In questo periodo intenso di cambiamenti politici, demografici e di invasioni di altri popoli, fanno capolino due centri che hanno avuto successo economico, demografico e sociale anche nei secoli di difficoltà: Nicotera e Tropea.
Il territorio calabrese essendo in gran parte montuoso aveva un sistema viario terrestre poco efficiente - a parte la Via Popilia e altre strade sul litorale ionico - e in molti casi si preferiva il trasporto marittimo, per collegarsi più velocemente ad altre regioni del Mediterraneo.
Perciò, grazie alle strutture portuali alcune città calabresi crebbero e prosperarono.
Infarinatura storica - Gran parte dei territori agricoli intorno a questi due centri nel IV secolo d.C. furono donati dall'Imperatore Costantino alla Chiesa romana, poco tempo dopo l'insieme di queste aree saranno identificati con il termine Patrimonium Sancti Petri (figura sotto).
Proprio qui la Chiesa sfrutta l'organizzazione amministrativa preesistente, ma ancora, come sostiene l'archeologa G. Noyè dagli studi finora eseguiti non si è riusciti a fare luce di come venivano gestiti i beni ecclesiastici.
In questo periodo intenso di cambiamenti politici, demografici e di invasioni di altri popoli, fanno capolino due centri che hanno avuto successo economico, demografico e sociale anche nei secoli di difficoltà: Nicotera e Tropea.
Il territorio calabrese essendo in gran parte montuoso aveva un sistema viario terrestre poco efficiente - a parte la Via Popilia e altre strade sul litorale ionico - e in molti casi si preferiva il trasporto marittimo, per collegarsi più velocemente ad altre regioni del Mediterraneo.
Perciò, grazie alle strutture portuali alcune città calabresi crebbero e prosperarono.
Posizione - in blu Nicotera e in rosso Tropea, la linea continua in nero rappresenta la strada consolare Via Popilia tratteggiate e punteggiate altre antiche strade.
Proprio qui la Chiesa sfrutta l'organizzazione amministrativa preesistente, ma ancora, come sostiene l'archeologa G. Noyè dagli studi finora eseguiti non si è riusciti a fare luce di come venivano gestiti i beni ecclesiastici.
PARTIAMO DALL'INIZIO.........
in grigio i latifondi agricoli intorno a Tropea e Nicotera
La chora (territorio) della città greca di Medma (odierna Rosarno) si estendeva dai confini con Metauros (odierna Gioia Tauro) fino ai confini di Hipponion (odierna Vibo V.) identificati con la parte meridionale dell'altopiano del Poro, perciò l'area dell'attuale comune di Nicotera rientrava a pieno nella sua territorialità.
I medmei nella vasta area pianeggiante ai piedi dell'attuale cittadina, detta di Ravello installarono la zona portuale e le conseguenti attività commerciali, facendola divenire un importante Emporio.All'arrivo dei Romani intorno alla fine del I secolo a.C. per ricordare la vittoria di Ottaviano (Augusto) contro Sesto Pompeo avvenuta nelle acque prospicienti la costa, decisero di impiantare una colonia con il nome Nicotiria, ossia "miracolo di Vittoria". Così se i greci medmei impiantarono il porto e le attività commerciali nei nostri luoghi, sono i Romani che fecero divenire Nicotera un rilevante centro e di conseguenza svilupparono il suo territorio.
La città romana perciò era circondata da vasti latifondi agricoli, su cui nacquero diverse ville atte alla produzione, tanto da divenire nel III secolo d.C. una importante statio sulla via Popilia, dove arrivavano le diverse produzioni dell'ager Nicoterensis (territorio agricolo....) per essere commerciati e/o esportati.
Proprio vicino alle ville crescono i vici, ovvero nuclei insediativi creati dalla popolazione dell'area intorno, utili ad accogliere la gente che si proponeva di operare allo sfruttamento delle campagne ed al lavoro artigianale.
Nicotera agli albori del IV secolo d.C. viene elencata nell'Itinerario Antonino come importante statio sulla via Popilia, nella tardo antichità il centro era provvisto anche di un importante porto e di una cava di granito (immagine sotto), utile a far arrivare attraverso navi marmorium che qui attraccavano i manufatti di questo marmo a Roma ed in altri centri romani.
cava romana di Nicotera - II secolo d.C.
la cava era posta su un terrazzamento sul mare, qui si notano ancora colonne sia finite che sbozzate di varia lunghezza, nel centro si vede anche un catino circolare forse per l'utilizzo di una fontana.
I materiali di granito venivano fatti scivolare sulla sabbia e da li venivano imbarcate per Roma o altre città.
Perciò ville come luogo di manodopera -considerate le nostre moderne aziende agricole-, poi statio, porto e cava romana di granito hanno reso Nicotera economicamente e socialmente importante!!!!
Per completare la sua parabola storica: vi ho accennato che il Cristianesimo si diffuse dapprima fra le città collocate su grandi vie di comunicazione, e appunto Nicotera tra IV-V e VI secolo d.C. diviene una delle prime diocesi (rurali) calabresi, Costantino a questo punto dona molti latifondi alla Chiesa che proprio qui creò una delle Masse ecclesiastiche (insieme di latifondi) divenendo poi Patrimonium Sancti Petri.
Con i Bizantini la città continuò a prosperare, dal suo porto il vino, il grano ed il legname continuavano ad essere esportati a Roma.
veduta di Tropea
Tralasciando la leggenda che vede la città fondata da Ulisse, della città romana non si conosce molto, ma nel tardo antico (III-IV secolo) sappiamo che fu un ricco centro artigianale e le campagne intorno erano costellate da numerose ville produttive (fig.1), questo apparato di strutture costituiva ancora l'organizzazione romana di base ed era collegato da un sistema viario che lo connetteva alla città e ad altre sub-regioni.
Il centro tirrenico era provvisto di un efficiente porto, che a sua volta garantiva l'esportazione in altre parti del Mediterraneo e soprattutto a Roma delle derrate e manufatti artigianali prodotti in questa area.
La popolazione del territorio intorno si aggrega nelle vicinanze delle grandi ville che offrono lavoro, formando i vici, così per Tropea iniziò la fase di centro importante sotto diversi punti di vista, ovvero economico-politico-sociale, comunque la città nel VI secolo divenne un polo di attrazione per gli abitanti dell'altopiano del Poro.
Poco a nord di Tropea vi era il porto di Vibona, importante infrastruttura in epoca romana e tardo antica, ma già nel VI secolo d.C. Papa Gregorio non lo menziona più, anche se ancora viene gestito dalla Chiesa nel contesto delle masse ecclesiastiche fino all'VIII secolo. Perciò Tropea per essere divenuta sede della massa trapeana e grazie all'impulso dell'esportazione di beni agricoli che qui venivano convogliati dalle terre circostanti, il suo porto divenne sede di intensi traffici, tanto che a partire dal VI-VII d.C. eclissò per importanza quello della vicina Vibona.
Già nel IV secolo d.C. la città viene ricordata da Papa Silvestro per essere sede della più antica Massa Pontificia calabrese, e un secolo dopo citata nuovamente per avere avuto un'amministratrice donna chiamata Irene che curava e gestiva i latifondi appartenenti alla Chiesa, quindi la città è stata fra le prime città vescovili calabresi.
I dominii-possessores (proprietari di ville e latifondi) o le comunità cristiane del territorio costruirono chiese utili ai fedeli locali o di aree limitrofe; invece per quanto riguarda l'evoluzione insediativa dell'altopiano del Poro non abbiamo altri dati archeologici a riguardo.
fig.1 - i puntini in rosso sono i resti di ville fin'ora rinvenute tra Nicotera e Tropea
esempio di una villa produttiva romana: questo era il cuore della villa dove viveva il nobiles/senatore intorno vi erano altre strutture, come stalle, granai, magazzini per lo stoccaggio di prodotti, frantoi, ecc....
(plastico villa Boscoreale museo civiltà romana)Dott. Giuseppe Lombardo
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