ANTROPIZZAZIONE BIZANTINA IN CALABRIA (prima fase VI/VII secolo d.C.)



PREAMBOLO - Per sommi capi la presenza bizantina in Calabria si fa coincidere nel contesto delle guerre greco-gotiche (536-553 d.C.), lo scontro vide contrapposti due etnie (Bizantini e Ostrogoti) nell'intento di avere il pieno controllo dell'Italia (territorio ex Impero Romano d'Occidente).
In questo lasso di tempo si percepisce ancora la crisi degli antichi centri, che si concretizza con il passaggio dalla città romana al castrum altomedievale.

Con la conseguente vittoria dei Bizantini sui Goti ( realizzata nel 553 d.C.), gli aspetti militari e strategici per il saldo controllo del territorio continuarono anche dopo il VI secolo d.C., diciamo che sono il fenomeno più caratteristico delle operazioni bizantine in questa terra (VI-XI secolo d.C.).  

SITUAZIONE GENERALE - Fra tardo antico e alto medioevo (IV-V secolo d.C.) alcune città antiche del Bruzio (Calabria) si disgregano fino a smettere di esistere come centri urbani organizzati, tra queste Blanda e Temesa, altre si ridimensioneranno urbanisticamente fino a cambiare sito, tra queste Thurium e Scolacium.
La città di Locri (quella più a sud) invece ha avuto un cambiamento insediativo articolato e ancora non si è fatta piena luce, neanche i diversi scavi archeologici eseguiti negli ultimi decenni nell'area intorno ci hanno fornito soluzioni storiche-insediative.
Sappiamo solo che alcune aree della città erano ancora attive nel VI secolo d.C. essendo citata da Papa Gregorio Magno come sede vescovile, poi anch'esse furono abbandonate nel VII secolo d.C., così la città cessa di esistere.
La certezza del suo abbandono è annuita soprattutto perché non abbiamo sufficiente materiale archeologico inerente a insediamenti alto medievali (VII secolo d.C.) all'interno del tessuto urbano, la mancanza di reperti vale anche per l'VIII secolo d.C..
Per questi secoli grazie a saggi archeologici intrapresi alcuni anni fa, sappiamo che l'area intorno alla città era puntellata solo da insediamenti sparsi, come grandi precedenti ville romane e grandi strutture monumentali riutilizzate ad uso abitativo o per creare ambienti adibiti per lavoro artigianale.

alcune antiche città della Calabria romana che tra IV e VII secolo d.C. furono abbandonate.

L'archeologo E. Arslan sostiene che lo slittamento di sito in epoca giustinianea di alcune città come Thurium e Locri, avvenne anche per le vicine condizioni climatico-orografiche costiere di pianura, ovvero impaludate e luoghi di malaria, perciò difficilmente vivibili per la popolazione locale.
In questo periodo (IV-V secolo) l'archeologa G. Noyè ha pensato che le antiche città si trovarono marginalizzate per via di altre attenzioni economiche dei grandi dominii, interessati a investire nelle campagne le loro ricchezze.
Oltre alla perdita d'interesse per le città, a partire dal VI secolo d.C. è anche il momento in cui si getterebbero le fasi dei centri fortificati su alture interne della Regione, a volte si riprese ad utilizzare gli antichi oppida creati dai popoli preromani.

UN PO' DI STORIA BIZANTINA - I Bizantini dalla Sicilia sbarcarono a Reggio Calabria nel 536 d.C. conquistandola facilmente al dominio Goto, la sua presa avvenne senza sforzi particolari in quanto la città era priva di mura difensive.
Una volta conquistata Reggio iniziarono le successive operazioni militari risalendo la Calabria, in pochi anni espugnarono e fortificarono altri centri come Crotone e Rossano, così sconfissero e cacciarono definitivamente i Goti riuscendo ad annettere la Calabria e poi l'Italia all'Impero Bizantino.

Alla fine del VI secolo d.C. i Bizantini iniziarono uno scontro con i Longobardi, i quali strapparono al controllo di Bisanzio molto territorio italico e quindi anche la Calabria del nord.
L'Imperatore Costante II nella seconda metà del VII secolo d.C.  sbarcò a Taranto per avviare la cacciata dei Longobardi di Benevento e rioccupare i territori Pugliesi, tentò anche la presa della loro capitale, ma senza successo.
Ritiratosi a Siracusa nel 668 d.C. trovò la morte, così portò i Longobardi a incrementare la conquista di altro territorio, perciò oltre alla Puglia settentrionale anche gran parte di quella meridionale diviene loro possesso, solo Otranto e Gallipoli (aree portuali) rimasero bizantine.

Nota: il nord della Calabria longobardo era naturalmente collegato alle regioni limitrofe, il centro ed il meridione calabrese bizantino era in posizione periferica e per raggiungere altre parti d'Italia o del Mediterraneo, poteva contare sui movimenti marittimi, così iniziava un periodo di frammentazione del territorio.
Come sostiene ancora l'archeologo E. Arslan nei territori interni vi era un'economia pastorale, mentre le aree costiere e soprattutto le città con grandi porti continuarono ad avere forza economica e demografica, ma anche un continuo sviluppo, poiché assumevano relazioni con altre regioni del Mediterraneo, tra queste Vibona, Crotone e Reggio Calabria.

Facciamo una panoramica delle città in Calabria....

Crotone grazie al suo antico porto continuò a prosperare fra tardo antico e alto medioevo specialmente nel contesto della guerra greco-gotica, con ruolo strategico-militare ed economico, dopo Otranto e insieme a quello di Reggio Calabria (città sede del Ducato bizantino in Calabria) fino all'VIII secolo d.C. diventa punto di frequentazione per le truppe bizantine.

posizione di Crotone
porto di Crotone

posizione di Reggio Calabria

vista di Reggio Calabria

Anche il porto di Vibona (Vibo Valentia) nel VI secolo d.C. era considerato importante nel traino dell'economia del suo territorio, e aveva funzione di deposito commerciale. Saggi di scavi effettuati anni fa, hanno accertato la presenza di un muro di contenimento per eventuali alluvioni.
Il legno e la pece in quel periodo venivano imbarcati per Roma, ma dopo pochi decenni subirà un declassamento e un lento declino a favore del vicino porto di Tropea.
Tropea fra il IV e VII secolo d.C. fu importante centro artigianale e commerciale, divenendo polo di attrazione per le popolazioni limitrofe, e insieme alla vicina Nicotera costituivano le Masse ecclasiastiche (insieme di latifondi agricoli) più importanti della Calabria.
Questi insiemi di latifondi agricoli avevano ruolo di circoscrizioni economiche appartenenti alla Chiesa, e comprendevano anche aree montane dell'altopiano del Poro e altre aree montane più a nord.
La Massa di Nicotera comprendeva la Piana di Ravello e la zona sud del Monte Poro, su questi territori si produceva soprattutto vite e grano, e per contribuire all'esportazione di questi beni la Massa faceva perno sulla statio romana.
Infine questi due centri costieri possedevano porti commerciali di grande respiro, soprattutto per l'esportazione del surplus di derrate alimentari che le masse intorno producevano.


posizione - porti di Vibona, Tropea e Nicotera


Procopio nelle sue cronache a carattere militare e sulle gesta bizantine, ci fornisce indizi riguardanti i principali centri entrati nell'orbita delle battaglie intraprese dal generale Belisario, un centro citato era Reggio Calabria sede di un phourion, ovvero una fortezza dove si posizionava un intero contingente militare, proprio da qui il generale bizantino vinse una battaglia contro Totila.
Belisario arrivato in città nel 536 d.C. la trovò priva di mura e fortificazioni, così riuscì a conquistarla senza sforzi, come informa Procopio gli abitanti erano in odio verso i Goti per non aver curato la sicurezza di Reggio Calabria.
Subito dopo i Bizantini la fortificarono, anche perché la battaglia al phourion e sotto le mura sono datate nel 549 d.C..
Le cronache stilate da Procopio asseriscono che anche la città di Crotone si trovò nella stessa situazione di Reggio, ovvero priva di mura e fortificazioni in genere. Dopo averla ben fortificata, nel 552 d.C. i Bizantini di Belisario vinsero una battaglia contro i Goti.


piccolo tratto di mura bizantine del VI secolo d.C. edificate a Crotone, questa è l'unica parte di cinta urbana rimanente in Calabria della prima antropizzazione bizantina.

Nota: per i Bizantini la città doveva essere severamente cinta da mura, in quanto consentiva di creare una comunità tra funzionari, soldati e cittadini.

A Rossano ubicata all'interno rispetto l'antica città di Thurium, i Bizantini avevano un phourion dove Belisario collocò la sua truppa nel contesto di una battaglia, cui il generale goto Totila tentò di assaltare ed espugnare, ma senza successo, così la Calabria entrò definitivamente nell'orbita bizantina.
L'individuazione dell'abitato di cui faceva capo il castello della bizantina Ruskianè attualmente è ancora nell'oblio, gli studi proseguono per avere più chiara la sua esatta ubicazione.
Il sito di Thurium non ha restituito fino ad oggi materiale archeologico per l'età riferita al VI secolo d.C. e poco oltre, perciò a cavallo del VI/VII secolo è da collocare il periodo di abbandono definitivo dell'antica città romana.


scavi dell'antica Thurium

Quindi il castello di Rossano fu la prima roccaforte bizantina interna, collocata sulle prime alture ai piedi dell'altopiano della Sila, considerato avamposto fortificato di Thurium, dove dalla prima metà del VI secolo d.C. la popolazione costiera si ritirò qui.
Un secolo dopo (VII-VIII secolo d.C.) con l'arrivo dei Longobardi anche il vescovo di Thurium si trasferì definitivamente a Rossano.


posizione - in blu l'antica Thurium  e in rosso Rossano


CONCLUSIONI - Per concludere la prima fase di antropizzazione bizantina in Calabria diciamo: verso la fine del VI secolo d.C. i Longobardi, sotto il patrocinio del Ducato di Benevento arrivano e devastano la Calabria spingendosi fino alla romana Taureanum.
Dopo aver girovagato e devastato città e territori, nel 592 d.C. si ritirarono e si assestarono nella parte nord calabrese in un territorio compreso da Cosenza fino al Pollino. 
In questi territori strappati ai Bizantini, istituirono dei gastaldati a Laino, Cassano, Malvito e Cosenza.

Punto fondamentale è che a ridosso del gastaldato di Cosenza passava il limes Bizantino-Longobardo, ovvero una serie di fortificazioni che partivano dalla roccaforte bizantina di Amantea fino alla roccaforte bizantina di Rossano.
Questa linea ideale fu istituita già all'inizio del VII secolo d.C. e divideva i territori calabresi governati dai Bizantini (sud) da quelli Longobardi (nord).

NOTA - E' opportuno dire che, i confini del limes bizantino-longobardo nel corso di oltre due secoli (inizio VII e fine IX secolo d.C.) modificavano continuamente nei limiti (si amplificavano, si ritiravano...) e nei territori.
L'archeologa G. Noyè dice che a metà dell'VIII secolo d.C., l'istmo di Catanzaro viene sbarrato da una serie di potenti kastra imperiali, Amantea futuro vescovato, Sant'Eufemia e di grandi recinti di altura, Pian della Tirena/Temesa.
Nel periodo di consolidamento territoriale dell'VIII secolo Bisanzio riconquista la media costa tirrenica fino ad Amantea.
Questa ci porta a pensare che Amantea ed il territorio vicino furono in mano longobarda (?).

Limes bizantino-longobardo nell'VIII secolo d.C., in grigio territorio bizantino e in bianco quello longobardo.



Breve Bibliografia
G. Noyè, Puglia e Calabria dall'888 al 960 Longobardi, Arabi e "bizantinità", pag. 176, Cassero di Poggio Imperiale Poggibonsi (SI) 2009.


Dott. Giuseppe Lombardo

Commenti

Post popolari in questo blog

CARLO MAGNO IMPERATORE DEL SACRO ROMANO IMPERO

VIABILITA' nella CALABRIA tra Tardo antico e Medioevo (IV-XI secolo)

ARCHITETTURA NORMANNA in CALABRIA