SILA: Cuore della Calabria


Dalle immagini sopra verrebbe da dire che siamo in Canada, Norvegia, Svizzera...., no!!, siamo in Calabria tra le provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone, si tratta dell'altipiano della Sila attestato come vasto territorio boschivo più a sud d'Europa, il legno dei suoi boschi ha fornito una preziosa risorsa sin dall'antichità.
I Greci la chiamarono Hyle e poi i Romani la denominarono con vocabolo latino Silva Bruzia e da qui Sila.  

Da studi approfonditi qualche anno fa è risultato il luogo dove si respira l'aria più pulita d'Europa.



BREVE STORIA SOCIO-CULTURALE-ECONOMICA - Già i Bruzi (popolo autoctono) praticavano la Sila per nascondersi nella sua selva e organizzare imboscate ai danni dei Greci e poi dei Romani, ma soprattutto era appetibile per la grande quantità di legname che offrivano i suoi boschi sfruttati per la costruzione abitativa e per ricavare la famosa pece (pix bruttia).
Qualche secolo dopo da fonti scritte sappiamo che i Romani da quando arrivarono al dominio della Calabria demarcarono la sua area in ager pubblicus, ovvero demanio pubblico per attingere al legno da utilizzare per costruire le navi, che formarono la sua potente flotta marittima.

Della pece bruzia ci parla anche Plinio il Vecchio descrivendo anche il metodo di lavorazione: "il liquido ricavato dagli abeti veniva trattato con il metodo di cottura in fornaci, poi il nuovo liquido creato veniva messo in delle caldaie di bronzo e veniva fatto addensare con aceto".
Il risultato era una pasta viscosa utilizzata soprattutto per impermeabilizzare le navi, ma anche per sigillare botti, ecc.

NOTA - La sua creazione avveniva fino agli anni 60


la presente immagine mostra i segni sul tronco del pino per ricavare la pece
(foto tratta da archivio storico di Crotone)

Nell'alto medioevo  parte del suoi boschi appartenevano alla Massa Silana, ovvero l'unione di vasti terreni appartenenti al Papato, il suo legno perciò veniva inviato a Roma e sfruttato per edificare o restaurare i tetti della basiliche cristiane.
Per tutto l'VIII secolo d.C. per ovviare alla mancanza del legno libanese portò all'utilizzo intensivo del legno silano, come avviene intorno al 697 d.C. per la manutenzione dei solai pertinenti alla basilica papale in San Paolo fuori le mura e alcuni secoli dopo (XVI secolo) anche la carpenteria per i solai della fabbrica di San Pietro si avvarrà delle travi della Sila.


basilica papale - San Paolo fuori le mura
San Pietro

Alla metà del XVIII secolo le travi ricavate dal legno silano verranno di nuovo utilizzate per i grandi cantieri vanvitelliani, atti a costruire la borbonica Reggia di Caserta.


Reggia di Caserta
(immagine tratta da incampania.com)

Durante il medioevo i signori della città situate alle falde della Sila e proprietari di terre disboscarono alcune aree, per far posto ad agricoltura e pastorizia.
Ricordiamo che il Re normanno Guglielmo II d'Altavilla intorno al 1187 concesse diversi appezzamenti di territorio silano sul versante est all'abate Gioacchino da Fiore, dove nel 1189 fondò un monastero (protocenobio) con il nome Jure Vetere, ma alcuni anni dopo il monastero subì un incendio e venne abbandonato.
Il nuovo monastero (1215) sorse in altro luogo più vicino al centro storico della città di San Giovanni in Fiore, su un precedente edificio forse longobardo (gli studi archeologici proseguono....), lo sviluppo del centro fu anche merito dell'abbazia florense ed oggi è la città altimetricamente più alta di Calabria.


contesto naturale dove sorse il primo monastero nominato JureVetere
(immagine tratta da itlab.ibam.cnr.it)

resti perimetrali della chiesa del monastero Jure Vetere (1189), si nota in primo piano l'abside

nuova abbazia florense (1215)

immagini di San Giovanni in Fiore


Ai giorni nostri la Sila è considerata un territorio di biodiversità eccezionale da tutelare, al suo interno si trovano boschi di alberi secolari di Fallistro i cosiddetti "Giganti della Sila", si tratta di pini laricio.
Studi effettuati qualche anno fa, hanno decretato che l'aria della SILA è la più pulita d'Europa, infine proprio qui archeologi hanno rinvenuto l'Elefas antiquus, ovvero elefante antico dalle lunghe zanne che pascolava quando l'altopiano silano era composto da praterie.

Storia, archeologia, natura, tradizioni, agricoltura sono parametri fondamentali che insieme offrono le coordinate per la conoscenza di questo unico territorio.

La Sila è ricordata anche per la produzione del famoso caciocavallo silano (Dop) e della patata (Igp), prodotti che hanno varcato i confini nazionali. 



Caciocavallo Silano

guardate i dolci campi di patate ai confini dei boschi


Calabria terra fantastica!!!!!


Dott. Giuseppe Lombardo 

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