LONGOBARDI nella CALABRIA BIZANTINA

iconografia di un contingente militare longobardo


Storia - Dove eravamo rimasti....

I Bizantini vinte le guerre greco-gotiche e conquistata l'Italia nella seconda metà del VI secolo d.C. neanche il tempo di organizzarsi territorialmente che subito dopo si dovettero accorgere della furia dei Longobardi.
Arrivati dalla Pannonia (odierna Ungheria) per stanziarsi definitivamente sul suolo italico.
In breve tempo saccheggiarono e conquistarono importanti e prestigiose città di origine romana, come Aquilea, Udine, Verona, Brescia fino ad arrivare ad Ivrea e nel 575 d.C. fecero di Pavia la loro capitale.

Nei decenni successivi con la scusa di scoprire nuove terre si spinsero ancora più a sud della pianura Padana, conquistando importanti città dell'Italia centrale come Lucca, Firenze e Pisa, fino ad altri territori limitrofi e istituiscono a Spoleto (587 d.C.) la sede del nuovo Ducato.
In breve tempo arrivarono anche in Campania scegliendo Benevento come baricentro del nuovo Ducato.

Con il patrocinio della capitale del Ducato di Benevento (inizio VII secolo d.C.) conquistarono tutta la parte continentale del Meridione strappandolo al dominio di Bisanzio.

Intorno al 590 d.C. i Longobardi fecero capolino in Calabria devastando molti territori e antiche città, con loro la realtà economico e sociale di questa provincia non fu delle migliori, in quanto la popolazione subiva continui soprusi e sfruttamento delle risorse regionali.

 cartina raffigurante gli spostamenti dei Longobardi tra VI e VIII secolo d.C.: in verde territori Longobardi e in giallo territori Bizantini.

IN CALABRIA - Dopo aver seminato saccheggi in varie parti della Regione grazie all'attraversamento della via romana Annia Popilia si spinsero fino all'antica città e statio romana Taureanum (nord di Reggio Calabria), facendo fuggire anche il suo vescovo.
Nel 591-592 d.C. si ritirarono definitivamente più a nord precisamente nella provincia di Cosenza, con loro l'antica città di Thurium venne definitivamente abbandonata e di conseguenza anche il suo vescovo fuggì, infine nel 596 d.C. dominarono anche Crotone.
Alla loro organizzazione territoriale scelsero i fiumi Savuto (ala tirrenica) e Crati (ala ionica) come limiti territoriali.
In questo territorio (attuale provincia di Cosenza) si stanziarono per oltre due secoli (VII-IX secolo d.C.) creando dei gastaldati a Cosenza, Laino, Malvito e Cassano, ovvero centri amministrativi dove operava il funzionario delegato dalla regia corte longobarda di Benevento.
In questi centri il funzionario prendeva decisioni militari e fiscali territoriali, infine erano posti lontano dalla costa, in quanto i Longobardi non erano abili navigatori, quindi privi di flotta navale. 

posizione gastaldati
sono città scelte soprattutto per la collocazione nell'entroterra a dominio di valli e importanti passaggi viari

Questi caposaldi territoriali longobardi erano ubicati in territori interni e alcuni di essi erano situati sulla antica direttrice Annia-Popilia, via romana su cui transitavano merci, carovane ed eserciti.
Il loro centro urbano era posizionato sopra delle alture a dominio di gole e di valli sottostanti, come quella del Crati e del Savuto, questo permetteva di attuare uno sbarramento ad eventuali truppe nemiche.

Lo storico e archeologo Prof. G. Roma ci dice che, se Cosenza, Laino, Malvito e Cassano erano poste su alture a dominio delle valli e delle aree circostanti, i valichi pedemontani erano i veri luoghi da controllare assiduamente.
In questi valichi già da tempi più antichi insistevano importanti fortezze (oppida), nell'alto medioevo sicuramente vennero riusati e rafforzati, poi tra i valichi e le gole montane del Pollino e sulle alture della catena Paolana sul versante tirreno si crearono cinte fortificate.

PARTIAMO COSI' - Il limes (confini) fra Ducato Bizantino e Ducato Longobardo non si riesce ancora ad affermare con precisione l'esatta ubicazione (almeno per quanto riguarda l'ala tirrenica), gli studiosi comunque sostengono che il fiume Savuto è il principale punto di riferimento.
C'è anche da dire che, il limite dei confini fra i due Ducati nell'arco di oltre due secoli cambiava continuamente, Amantea come Piano della Tirena per la loro posizione furono rocche appetibili per i Longobardi, infatti, come ci informa l'archeologa G. Noyè alla fine dell'VIII secolo d.C. i due caposaldi verranno riconquistati dai Bizantini, quindi c'è da pensare che questi due siti furono controllati dai Longobardi.

la linea blu rappresenta il fiume Savuto, era il limite del confine tra i due Ducati per qualche tempo.

A tale riguardo anche il prof. G. Roma nel libro Nefandissimi Langobardi dice: "chi risaliva la via Annia Popilia per entrare nel territorio longobardo doveva prima conquistare la formidabile fortezza di Piano della Tirena, per non farsi cogliere alle spalle dall'esercito nemico, prima di raggiungere Cosenza".

terrazza di Piano della Tirena, qui c'era un circuito murario che controllava la costa, i valichi e le strade, a destra della terrazza naturale si nota il letto del fiume Savuto dove era collocato il confine.
Sicuramente all'inizio delle guerre greco-longobarde per il suo ruolo strategico fu sito conteso fra Longobardi e Bizantini, wow!!!!
(foto tratte da noceraterinese.it)

Una volta superata Cosenza vi era la postazione di Malvito con la sua fortezza, ubicata sulle alture a controllo della valle dell'Esaro e soprattutto delle vie di passaggio fra la costa e l'entroterra (figura sotto).

borgo di Malvito con dominio della fertile valle dell'Esaro, dove vi erano percorsi viari fondamentali

in primo piano fortezza longobarda-normanna posta sulle alture a controllo della valle dell'Esaro, poi i Normanni nell'XI secolo aggiunsero la torre mastra a pianta circolare (donjon).

Dopo aver superato la città di Malvito ci si avviava verso la fortificazione di San Sosti (figura sotto), protetta da un grosso contingente militare indispensabile al controllo delle vie d'accesso alla valle sottostante, una volta superata si poteva raggiungere il passo di Campotenese vicino ai confini con la Basilicata.
Ultimo ed importante sito militare anch'esso nei pressi di San Sosti è quello del Sassone, controllava importanti passaggi viari per chi proveniva dalla piana di Sibari e da sud.

resti fortificazione San Sosti costruita proprio sullo sperone di roccia, efficace al controllo della valle sottostante.

NOTA - Se servivano uomini utili a incrementare e rendere possibile la difesa di questi loghi, nelle vicinanze ad est si scorgeva le fortezza di Cassano, indispensabile in caso di approvvigionamento di truppe.

Infine, la figura sottostante rappresenta il circuito murario di Laino, considerato uno dei gastaldi più importanti del meridione longobardo, era ubicato in un territorio chiave e viario formidabile, ai confini tra Calabria e Basilicata.
E' l'ultimo centro longobardo fortificato su territorio calabrese agli inizi del VII secolo d.C., qui i Longobardi edificarono una fortezza che possedeva tre lati del castello a picco sulla valle sottostante.

Laino Borgo fotografata da Laino Castello dove è ubicata l'antica fortezza

mura perimetrali della fortezza

Nella ricognizione territoriale fin qui narrata, come si presentava la Calabria con lo stanziamento definitivo dei Longobardi?
All'inizio del VII secolo d.C. la Calabria era divisa in due blocchi, a centro-sud dominavano i Bizantini e a nord i Longobardi.
I Bizantini istituirono il Limes, ovvero linea ideale di fortezze che congiunge la rocca bizantina tirrenica di Amantea a quella sull'ala ionica di Rossano, però i pochissimi dati in nostro possesso ci invitano a pensare perlopiù solo alla rocca di Rossano per la protezione dell'ala Ionica (E. Arslan) (cartina figura sotto).
Comunque il posizionamento del limes calabrese tra i due Ducati si presenta assai complessa.

CARTINA APPROSSIMATIVA di come poteva essere la Calabria nell'alto medioevo (VIII secolo d.C.): la zona grigia dominio Bizantino e bianca dominio Longobardo

CARTINA DEI SITI LONGOBARDI SOPRA CITATI: in rosso posizione dei gastaldati partendo da nord Laino, Cassano, Malvito e Cosenza, puntinato in blu la via romana Annia-Popilia.
In verde acqua altre fortezze a controllo di valichi descritte nelle righe conclusive sotto.
Notiamo che il centro di Cassano è più decentrato rispetto alla grande via romana, ma posta sui primi contrafforti est del Pollino dove controllava la piana di Sibari e passaggi viari che conducevano ad ovest.

CONCLUSIONE - Altre emergenze archeologiche longobarde riferite al lime nel nord si possono riscontrare a: Presinace di Nocara (VII secolo d.C.) con il circuito murario della sua fortificazione a controllo delle zona interna dell'alta Calabria ionica.

resti parco archeologico di Presinace

Presinace a Nocara
(immagine di Ne.Mi Graphics) 



nella figura qui sopra vengono rappresentate le uniche necropoli Longobarde (insieme a quelle di Belsito) fin ora scoperte sul territorio calabrese - ci troviamo nei pressi di Castrovillari (Cs).

Questa è la necropoli Longobarda a Belsito
(foto tratta da Associazione Culturale Mistery Hunters)




Breve bibliografia
G. Roma, Longobardi del sud, da Nefandissimi Langobardi, 2010


Dott. Arch. Giuseppe Lombardo

Commenti

  1. Sicuramente concosce la necropoli longobarda di Belsito... Se gradisce le posso mandare del materiale da pubblicare?

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