CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS (arte libraria)

Il manoscritto fu ritrovato intorno al 1854 nella sacrestia della cattedrale, le sue peculiarità hanno innescato l'interesse alla sua tutela e conservazione in quanto dagli studi si arrivò alla consapevolezza della sua unicità.
Le sue preziose miniature rappresentano la narrazione della vita di Gesù, unica documentazione artistica creata nella fase di passaggio tra il mondo antico a l'alto medioevo.

posizione della città di ROSSANO, luogo in cui l'opera è custodita


Rossano è conosciuta come la "bizantina", questa splendida città è uno scrigno di tradizioni, palazzi, chiese e soprattutto sede di due importanti monumenti bizantini edificati tra X e XI secolo d.C., che hanno reso la sua immagine e soprattutto quella della nostra terra famosa in tutto il mondo, si tratta dell'oratorio di San Marco e la Panaghia.

La città di Rossano ha dato anche i natali nel 910 d.C. a San Nilo, figura importante per essere stato un gran maestro di vita in comunità, in quanto si circondava di monaci scelti selettivamente, ovvero figure cultori e conoscitori dell'arte in generale e soprattutto vicini all'arte della scrittura. Accantonata la vita comune diventa eremita e si dedica completamente alla preghiera, allo studio e alla composizione di inni. La sua fama raggiunse anche Bisanzio, infine fu il fondatore dell'oratorio di San Marco.

oratorio di San Marco IX-X secolo d.C.


interno oratorio San Marco

esterno abside con bifora Panaghia X secolo

interno Panaghia con resti di affreschi


Della sua bizantinità la città custodisce un'altra opera unica, si tratta di un manoscritto costituito da fogli in pergamena (di origine ovina) su cui è stata disposta la tipologia di scrittura in onciale greca (scrittura maiuscola usata dal IV all'VIII secolo d.C. per redigere libri), il manufatto rappresenta un evangelario del nuovo Testamento in cui all'interno ci sono bellissime illustrazioni riguardanti scene della vita di Gesù, creato fra il VI e VII secolo d.C. nelle terre orientali bizantine -forse in Siria, area palestinese o addirittura da Costantinopoli-.
L'opera contiene solo i vangeli di Marco e Matteo, sono andati perduti quelli di Luca e Giovanni, il suo interno è un concentrato di arte, scrittura e documentazione biblica, un prezioso codice miniato unico al mondo.
Probabilmente il suo arrivo a Rossano è avvenuto nel contesto della fuga dei monaci per via dell'iconoclastia intrapresa ferocemente nella parte orientale dell'Impero Bizantino, ma anche dai contemporanei violenti saccheggi saraceni avvenuti tra l'VIII e IX secolo d.C., perciò dai monaci provenienti dalla Siria o area Palestinese.
E' lecito pensare che la sua presenza a Rossano potrebbe coincidere con la fuga in massa di molti monaci e comunità monacali dalla vicina Sicilia (?), in quanto tra il IX/X secolo d.C. divenne un Emirato Arabo.

Se prendiamo la colorazione porpora delle 188 pagine che compongono questo capolavoro della tradizione libraria bizantina, ci porta a pensare ad un oggetto appartenuto alla famiglia imperiale o a personaggi di alto rango, infatti ammirando i mosaici o qualche pittura dell'epoca bizantina, proprio loro vengono rappresentati con questa tipologia di rosso, insomma erano gli unici a fregiarsi di questo colore, in particolare nelle tuniche e nei mantelli.
Altra ipotesi può essere quella sostenuta dal Prof. G. Cavallo della Sapienza di Roma, si tratterebbe di un atto di pietà, ovvero oggetto creato per conquistare la salvezza dell'anima del committente, quest'ultimo poteva essere un soggetto dell'alta aristocrazia.

miniatura che rappresenta i quattro evangelisti

ingresso di Gesù a Gerusalemme e la cacciata dei venditori dal tempio
ultima cena

le pagine sono riempite con la scrittura onciale greca disposta in due colonne


Il preziosissimo manufatto artistico per la sua unicità ed integrità è forse il più antico libro illustrato e rilegato arrivato fin ai nostri tempi, infatti per queste caratteristiche è stato dichiarato nel 2015 dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, nella categoria registro memoria mondiale.
Attualmente è conservato nel museo diocesano di Rossano sito in un palazzo attiguo alla millenaria cattedrale (figure sottostanti).

facciata della Cattedrale di Rossano

interno della grande Cattedrale

museo diocesano dove è custodito il codex

Quanta bellezza nella mia Calabria....


Dott. Giuseppe Lombardo

Commenti

Post popolari in questo blog

CARLO MAGNO IMPERATORE DEL SACRO ROMANO IMPERO

VIABILITA' nella CALABRIA tra Tardo antico e Medioevo (IV-XI secolo)

ARCHITETTURA NORMANNA in CALABRIA