MILETO prima CAPITALE NORMANNA

Cari lettori, parliamo di un borgo che acquisì enorme importanza come capitale della Gran Contea sorretta dal normanno Ruggero d'Altavilla nella seconda metà dell'XI secolo.

Le origini di Mileto a tutt'ora vagano nell'oblio, alcuni studiosi sostengono che la sua nascita è da collocare nel periodo di colonizzazione greca, ma comunque di quell'epoca non possediamo materiale esaustivo.

in verde posizione di Mileto

ORIGINI - La sua area faceva parte della Chora della città greca di Medma, con i romani nel I secolo a.C. fu annessa all'ager nicoterensi, infatti sul suo territorio fertile tra la fine del I secolo a.C. ed il II secolo d.C. nacquero diverse ville produttive, impegnate allo sfruttamento agricolo.
A questo proposito sul sito dell'area di Mileto saggi archeologici effettuati qualche tempo fa, hanno portato alla luce ambienti riferiti ad una villa romana datata al II secolo d.C..

La storia preponderante della sua esistenza però parte dall'epoca della riconquista bizantina (fine IX secolo d.C.), essendo posta su un pianoro elevato a controllo di un tratto della via Annia-Popilia e della piana di Rosarno con sguardo fino alla costa, portò i Bizantini a fondare un Kastron.

Il suo apice d'importanza avvenne nella seconda metà dell'XI secolo in pieno periodo Normanno (1058), quando Ruggero d'Altavilla (futuro Re di Sicilia) la sceglie come capitale della sua Contea.
L'ascesa della città è avvenuta in primis per la sua posizione formidabile, poi perché era protetta da importanti roccaforti, come la strategica Rocca Angitola posta a nord e la fortezza di Mesiano edificata sulle alture di Monte Poro a nord-est, utile al controllo del sistema viario dell'altopiano, oltretutto, per la sua posizione in zone di alture garantiva anche un controllo visivo sulla costa tirrenica fino al Golfo di Sant'Eufemia.
Infine, non molto distante ad est di Mileto vi era la città regia di Nicotera munita di un grande maniero militare fatto edificare nel 1065 dal fratello Roberto. Qui il Gran Conte Ruggero trascorreva molto tempo progettando eventuali operazioni militari, perché la città possedeva anche un porto strategico-commerciale da utilizzare per eventuali spostamenti delle sue truppe normanne nella vicina Sicilia. 


in rosso centri fortificati: partendo da nord Rocca Angitola, castello di Mesiano (Filandari) e Nicotera con la sua possente Fortezza.
Nel territorio a nord di Mileto esistevano altre opere di fortificazione al controllo di importanti arterie cerniera tra il nord e il sud della Calabria.
Il contesto insediativo fortificato cingeva Mileto come una corona, questo garantiva protezione al regno ed alla città da eventuali attacchi nemici.

AMMINISTRAZIONE NORMANNA - Dopo aver trasferito la sede vescovile da Vibona alla nuova capitale Mileto, Ruggero fece potenziare il tessuto urbano con la costruzione di un palatium, fece incrementare le opere fortificatorie, ma soprattutto patrocinò la costruzione di una cattedrale ed una magnifica abbazia benedettina della S.S. Trinità dotandola di terreni.
Quindi creò una sede di potere politico e religioso degna delle sue funzioni di centro comitale-amministrativo, posta al centro di importanti passaggi viari e anche sede di una zecca reale.

Il complesso abbaziale della S.S. Trinità fu edificato intorno al 1070 e inizialmente dipendente dall'altra grande abbazia di Sant'Eufemia nei pressi di Nicastro, fondata dal fratello Roberto nel 1059.
Pochi anni dopo, S.S. Trinità fu distaccata dalla giurisdizione territoriale dell'abbazia lametina, anche perché ricadeva nel regno di Ruggero.
La grande abbazia benedettina possedeva un pianta a croce latina divisa in tre navate, ognuna delle quali terminante con abside arrotondata formando insieme un trilobo e transetto sporgente, la struttura riprende altri canoni architettonici delle abbazie della Normandia (figura sotto).
Con i Normanni molti monaci e Abati benedettini di Francia e Germania seguirono i condottieri Roberto e Ruggero, infatti alcuni di essi erano anche architetti per cui l'architettura abbaziale benedettina calabrese riprendeva i canoni architettonici di quelle regioni, perciò connotanti artistici che esplosero anche alle nostre latitudini.


Mileto in una incisione del 1700, dall'antica cartografia si nota l'abbazia posta sull'altura a destra.


pianta abbazia S.S. Trinità

Della Mileto normanna con le sue sontuose strutture non rimane quasi nulla, ne fanno testimonianza solo i ruderi dell'abbazia benedettina distrutta dal disastroso terremoto del 1783 (foto in basso).

ruderi abbazia SS. Trinità 
(foto FAI)

altri ruderi abbazia SS Trinità
(foto Sergio Straface)

area archeologica dell'Abbazia
(foto paesionline.it)

sul sito della normanna Mileto è stato ritrovato un capitello a stampella, forse appartenuto alla cattedrale dell'XI secolo (?)

CONCLUSIONI - Quando la capitale normanna fu trasferita a Palermo Ruggero rimase affezionato alla sua Mileto dove passava molto tempo, infatti proprio qui continuò a risiedere e prendere importanti decisioni per il Regno, a Mileto nacque anche Re Ruggero II.
Ruggero trascorse a Mileto gli ultimi anni della sua vita, dove morì nel 1101 e scelse di essere sepolto nella grande abbazia benedettina da lui fondata.

sarcofago (di origine romana) di Ruggero I d'Altavilla, attualmente custodito a Napoli, dove l'Istituto per la conservazione dei beni culturali della corte Borbonica decise di trasferirlo dopo il terremoto del 1783. 
PURTROPPO MAI PIU' RIENTRATO!!!!!

Nota: dopo il terremoto del 1783 Mileto fu spostata e ricostruita su di un sito più pianeggiante, con canoni urbanistici all'avanguardia per quel periodo (strade larghe, la regolarità della dislocazione degli edifici....).
Perciò, il sito della vecchia Mileto è diventato un parco archeologico per lo studio del Medioevo in Calabri
a.

porzione dell'impianto urbano di fine XVIII secolo.


Dott. Giuseppe Lombardo 

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