VIBO VALENTIA tre città in una
Cari lettori, facciamo un salto in una città che per storia e cultura si dimostrò importante fulcro economico-sociale in ogni epoca:
da POLIS greca a CASTRUM normanno-svevo....
INIZIO CRONOLOGIA STORICA
I coloni locresi per avere uno sbocco commerciale sul mar Tirreno nel VII secolo a.C. fondarono le subcolonie di Vibo Valentia (Hipponion) insieme alla città di Medma (Rosarno), utile anche ad evitare di attraversare lo stretto per arrivare alle coste tirreniche, in quanto l'egemonia di Reggio era molto marcata.
INIZIO CRONOLOGIA STORICA
I coloni locresi per avere uno sbocco commerciale sul mar Tirreno nel VII secolo a.C. fondarono le subcolonie di Vibo Valentia (Hipponion) insieme alla città di Medma (Rosarno), utile anche ad evitare di attraversare lo stretto per arrivare alle coste tirreniche, in quanto l'egemonia di Reggio era molto marcata.
Nel 190 a.C. arrivarono i Romani ed elessero Vibo prima a colonia di diritto latino e poi nello 89 a.C. a municipium (Repubblica romana), in quest'ultima età la città si dotò di grandi edifici imperiali come il teatro (resti sono visibili al convento S.S. Rosario) e terme.
Già dal II secolo a.C. fu una importante città sulla via consolare Annia Popilia.
La colonia romana infine si annoverò a città-territorio immersa in un territorio fertile e ricco di villae produttive.
fig.1 - sul Tirreno a nord in blu posizione di Vibo V. e a sud Medma (Rosarno) fondate nel VI secolo a.C.; sullo Ionio in blu Locri ed in rosso Reggio.
con i romani nel 190 a.C. la città assume il nome di Valentia
mosaico di una domus (detto della NEREIDE che nuota su un ippocampo) del II secolo d.C. inserita nel quartiere romano di località Sant'Aloe a Vibo Valentia, il mosaico è racchiuso da motivi a scacchiera con tessere in bianco e nero.
nelle vicinanze sono stati portati alla luce i resti di un impluvium
Con le guerre greco-gotiche (535-553 d.C.), la produzione nei latifondi agricoli gestite dal sistema delle ville dovette subire dei disturbi e forse ebbe anche un'interruzione nell'esportazione delle derrate alimentari prodotte in surplus.
In questo difficile periodo ci fu anche il definitivo tracollo e in alcuni casi abbandono di alcune villae che dalla fase romana e tardo romana resistettero fino alla prima metà del VI secolo d.C., infine queste "aziende agricole" non si ripresero neanche con l'arrivo dell'imperatore Giustiniano.
In questo difficile periodo ci fu anche il definitivo tracollo e in alcuni casi abbandono di alcune villae che dalla fase romana e tardo romana resistettero fino alla prima metà del VI secolo d.C., infine queste "aziende agricole" non si ripresero neanche con l'arrivo dell'imperatore Giustiniano.
Tra la fine del IV e inizi V secolo d.C. con l'avvento del Cristianesimo la città da Valentia assume il nome di Vibona, l'importante frazione portuale dell'antica città fu innalzata a sede vescovile e in alcuni anni a seguire ebbe una Chiesa ben strutturata, ovvero, un clero gerarchizzato, un archivio e patrimonio.
Tra V-VI secolo d.C. la città romana si contrae e si ruralizza, ovvero si presenta in una commistione di spazi monumentali abbandonati e appezzamenti coltivati, divenendo tardo antica, vale a dire che alcuni quartieri e la zona amministrativa romana (foro) vengono abbandonati.
Infine, fra il VII e VIII secolo d.C. gli abitanti sparsi nelle zone più pianeggianti si ritirano nelle parti più alte del colle, creando la così la città alto medievale.
NOTA: Con i Bizantini della prima fase la città di Vibo continuò la sua esistenza, anzi, grazie all'antica viabilità la rese ancora molto attiva per il facile raggiungimento delle altre sub-regioni dell'area tirrenica calabrese, e poi per l'amministrazione bizantina era di fondamentale importanza per il suo porto posto più a valle (fig.2).
fig.2 - in rosso posizione quartiere porto di Vibo Valentia: nel suo porto Giulio Cesare aveva una flotta marinara, agli inizi del I secolo d.C. proprio qui passò Paolo e dopo aver predicato in nuovo Verbo di Dio nacque la Diocesis Vibonensis.
frazione di Bivona dove era l'area portuale di Vibona, dove nei pressi vi era il porto antico greco-romano e ancora oggi il piccolo centro costiero porta questo nome.
Ricorda: il centro portuale e la costa in generale erano ben collegati alla città di Vibo Valentia e alla Via Popilia da una strada tracciata più di 2000 anni fa, che univa in breve tempo la costa e l'entroterra.
Tra I e VI secolo d.C. la crescita avvenne anche per la cittadina che gravitava intorno allo scalo marittimo, divenendo un luogo di aggregazione per la popolazione del territorio intorno, che qui trovava lavoro, in questi secoli si trasformò in un sito a carattere urbano, economicamente attivo nei commerci verso il nord.
Dall'VIII secolo gli Arabi iniziavano a saccheggiare le zone costiere e sicuramente anche la cittadina-porto di Vibona ne risentì, così venne gradualmente abbandonato e la popolazione con insieme il vescovo si trasferì sulle alture di Vibo, la città si trovava in posizione forte già al tempo della fondazione greca, UNICO CASO IN CALABRIA.
Per cui la città non ebbe motivo di trovare un sito naturalmente protetto.
Purtroppo intorno al X secolo d.C. anche la città di Vibo subì il definitivo tracollo a causa del saccheggio perpetrato dai Saraceni, iniziando così un lento declino.
PER COMPLETARE IL PERCORSO DI CAMBIAMENTO INSEDIATIVO DELLA CITTA' DICIAMO:
4- tra il X e XII secolo d.C. per la città vi è un oblio, ma nel XIII secolo l'imperatore Federico II di Svevia vendendola spopolata ma situata in posizione formidabile a controllo di un vasto territorio, decise di ripopolarla.
Purtroppo intorno al X secolo d.C. anche la città di Vibo subì il definitivo tracollo a causa del saccheggio perpetrato dai Saraceni, iniziando così un lento declino.
fig.3 - Panorama Vibo Valentia medievale
Se si guarda il panorama si può capire dove si collocano i diversi volti della città:
1- nella parte bassa in primo piano (pressoché pianeggiante) vi era la città greca e poi romana;
2- nel VI secolo d.C. si contrae e rimangono abitate solo alcune aree, divenendo città tardo antica;
3- nel VII-VIII secolo d.C. gli abitanti si aggregano nelle zone ancora più alte della città, per cui siamo in presenza della città alto medievale;
PER COMPLETARE IL PERCORSO DI CAMBIAMENTO INSEDIATIVO DELLA CITTA' DICIAMO:
4- tra il X e XII secolo d.C. per la città vi è un oblio, ma nel XIII secolo l'imperatore Federico II di Svevia vendendola spopolata ma situata in posizione formidabile a controllo di un vasto territorio, decise di ripopolarla.
Proprio sul pendio dell'antica acropoli greca fece edificare un possente castello a controllo della valle del Mesima, quindi la nuova città nel periodo svevo prese il nome di MONTELEONE;
5- Infine tra il XV e XVI secolo diviene potente feudo e si sviluppò una città ricca di palazzi, chiese e conventi situata fra la città federiciana e terravecchia (antica città).
5- Infine tra il XV e XVI secolo diviene potente feudo e si sviluppò una città ricca di palazzi, chiese e conventi situata fra la città federiciana e terravecchia (antica città).
NOTA: Nei pressi del castello e poco sotto le antenne della città odierna vi era l'acropoli greca, con templi e altri apparati di edifici pertinenti all'area sacra greca.
In quell'area troviamo ancora anche alcuni tratti delle mura greche di Hipponion (VI-III secolo a.C.).
foto ravvicinata dell'area del castello, la superficie di detto spazio in epoca greca era occupata dell'acropoli, ad est del castello vi sono tratti di mura greche.
(foto Modernagrillo)
(foto da vivi-city.it)
mura greche - blocchi di calcarenite arenaria del VI-V secolo a.C., gli studi hanno identificato più fasi di costruzione ultima risalente tra IV-III secolo a.C. caratterizzata da torri semicircolari su base quadrata.
altra prospettiva del castello federiciano con vista mare
Dott. Giuseppe Lombardo
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